About me

• Come e quando hai cominciato a fare la ceramica ? Ho iniziato da autodidatta nel 2015, e dal 2018 realizzo interamente gli smalti utilizzando rocce raccolte in natura, cenere di legno e di paglia e vetro riciclato. Da 2019 molte delle mie ceramiche sono realizzate con grès (argille refrattarie) raccolti in natura nell’alto Lazio e nel Veneto che cuocio a temperatura variabile tra 1190°C a 1280°C. Sto sperimentando ultimamente anche argille silicee vulcaniche e calcaree raccolte in Umbria che cuocio a temperature variabili tra 750°C e 1100°C. Raccolgo e trasporto tutte le rocce e le argille da me con l’aiuto della mia famiglia e di amici. Macino alcune rocce con un piccolo mulino a biglie e setaccio a mano tutte le materie prime che uso nelle ceramiche. Cuocio le ceramiche con un forno a gas progettato e costruito da me.

Trasporto dell’argilla refrattaria con il mio amico Salvo

• La tua formazione? Sono un geologo professionista e faccio il consulente ambientale per la bonifica di terreni e acque sotterranee contaminate. Dedico alla ceramica i miei fine settimana e parte delle mie vacanze, molte rocce sono raccolte vicino casa in Umbria e durante le mie vacanze in Italia. I miei maestri/autori preferiti sono Daniel de Montmollin, ceramista svizzero che ha usato materie prime naturali per gli smalti, e Nigel Wood archeologo inglese esperto di ceramica e materie prime dell’antica Cina.

Argille refrattarie della Tolfa formate per trasformazione di altre rocce in ambiente idrotermale. Dopo cottura a 1250 gradi in riduzione la grigia è simile ad una porcellana, quella ferrosa ocra un grès marrone scuro.

• Cosa ti ha spinto a privilegiare le materie prime naturali per realizzare le tue ceramiche? Dall’inizio del mio percorso di ceramista ho pensato di utilizzare argille e rocce per gli smalti per unire il mio amore per la natura con la passione per la ceramica. Per millenni, prima della rivoluzione industriale, i prodotti ceramici erano influenzati dalle materie prime minerali disponibili localmente. Con il mio lavoro di ricerca voglio dimostrare che è ancora possibile dare espressione alle materie prime minerali caratteristiche del luogo.

Raccolta di argilla refrattaria ocra con mio figlio Lorenzo

• Cosa esperimenti? Quali sono i tuoi obiettivi? Realizzo quasi solo ceramiche funzionali che possono essere usate e modificate dall’uso. Il mio obiettivo è esprimermi entrando in sintonia con le caratteristiche naturali delle rocce e delle argille esplorando i loro limiti e cercando di sviluppare e il loro potenziale estetico. La mia ricerca si sviluppa sia verso una intima conoscenza delle rocce ed argille cercando di capire la loro storia e le caratteristiche reologiche e chimiche, sia seguendo le orme dell’antica tradizione ceramica occidentale e orientale per imparare dagli antichi ceramisti ad utilizzare al meglio le rocce locali e mantenendo viva la relazione tra l’opera finale e le materie prime utilizzate in quanto disponibili in quel luogo.

Raccolta delle rocce in compagnia del mio cane Sally

• Che problemi vedi nell’uso di argille e materie prime industriali? Fare ceramica con materie prime locali mi consente di collegarmi con la natura di diventare “amico” delle rocce e delle argille che uso. Le mie argille e rocce hanno i nomi dei luoghi dove le raccolgo e hanno una qualità emotiva, spirituale, quasi sacra che deriva dal rapporto che ho sviluppato con loro cercandole, trovandole, trasportandole, preparandole e, infine trasformandole in oggetti ceramici. Queste emozioni positive erano molto meno intense quando usavo materie prime industriali.

Cottura in forno a gas dei vasi realizzati con le argille refrattarie con l’assistenza di mio padre Renzo

• Quali sono i principali processi produttivi del tuo lavoro? La raccolta delle rocce e delle argille in natura mi consente una grande libertà espressiva per questo preferisco non adottare processi standardizzati di preparazione delle materie prime ma di scegliere di volta in volta il processo più adatto al mio scopo. Per esempio, posso usare le argille in purezza direttamente come raccolte. Per avere una materia prima più raffinata le posso sciogliere in acqua per togliere le particelle più grossolane con dei setacci a mano. L’argilla setacciata viene posta ad asciugare su dei teli e poi conservata in sacchi. Le rocce per gli smalti vengono normalmente macinate in un mulino a biglie a meno che non siano già formate da sabbie fini o limi, e poi setacciate e conservate in sacchi fino al loro utilizzo in miscela con altre rocce.

Giragiare

• Qualche figura di riferimento per te nell’uso dell’argilla selvatica? Per gli smalti realizzati con le rocce mi ispiro a quelli tradizionali cinesi delle dinastie Tang e Song, ai flambè a base di rame e smalti sovrapposti della tradizione francese del 19° e 20°secolo in particolare di Emile Decoeur e Auguste Delaherche e agli smalti giapponesi a base di ceneri di origine coreana in particolare quelli e-karatsu e chosen Karatsu e di origine cinese ad alto tenore di ossidi di ferro come il tenmoku tipo Nogime. Tra gli artisti mi ispiro al giapponese ceramista Shoij Hamada e al pittore coreano Yun Hyong-keun.

Solfatara di Pomezia con Ocra e Silice